
E’ la più famosa e anche la più importante manifestazione di Amendolara. Si svolge l’ultima domenica di aprile in onore di San Vincenzo patrono del paese. Per 3 notti di seguito i “Fucarazzi” enormi falò, illuminano tutti i quartieri del vecchio borgo per celebrare la fine dell’inverno, mentre un’affollata processione (preceduta dalla banda musicale) attraversa tutto il paese.
Quella dei Falò di San Vincenzo è una tradizione tramandata per oltre mezzo millennio e che coinvolge l’intera popolazione. A partire dalla stessa costruzione delle enormi pire da bruciare al passaggio della processione laica, per ben due giorni di seguito. Anche questo un unicum come l’altezza dei fuochi ed i rituali previsti.
Per realizzare ognuna delle speciali pire, con migliaia di fascini di ulivo disposti attorno ad un altro tronco di pino fissato da funi ai bordi delle strade, occorre duro lavoro e fede.
Già solo assistere alla preparazione delle pire è un’emozione rara. Gli artigiani, quartiere per quartiere, si arrampicano aiutati da scale per raggiungere altezze senza eguali.
Ma la vera particolarità restano i cosiddetti “puntilli”. Delle vere e proprie barriere umane al passaggio del corteo insieme alla banda, diretto ai vari fuochi. I protagonisti del “puntillo” impediscono l’accesso costringendo gli altri a “spuntellare”, con movimenti sincronici accompagnati da canti e cori fino, quindi, a liberare la strada.
Quella dei Falò di San Vincenzo è una tradizione tramandata per oltre mezzo millennio e che coinvolge l’intera popolazione. A partire dalla stessa costruzione delle enormi pire da bruciare al passaggio della processione laica, per ben due giorni di seguito. Anche questo un unicum come l’altezza dei fuochi ed i rituali previsti.
Per realizzare ognuna delle speciali pire, con migliaia di fascini di ulivo disposti attorno ad un altro tronco di pino fissato da funi ai bordi delle strade, occorre duro lavoro e fede.
Già solo assistere alla preparazione delle pire è un’emozione rara. Gli artigiani, quartiere per quartiere, si arrampicano aiutati da scale per raggiungere altezze senza eguali.
Ma la vera particolarità restano i cosiddetti “puntilli”. Delle vere e proprie barriere umane al passaggio del corteo insieme alla banda, diretto ai vari fuochi. I protagonisti del “puntillo” impediscono l’accesso costringendo gli altri a “spuntellare”, con movimenti sincronici accompagnati da canti e cori fino, quindi, a liberare la strada.