
Si svolge ad Alessandria del Carretto (CS – a soli 50’ di auto da Amendolara) La Festa della pita (abete).
Di cosa si tratta?
I montanari di Alessandria ed di altri paesi limitrofi (zona Monte Pollino) tagliano l’abete più alto della foresta e dopo averlo scortecciato e imbracato con i rami (che fungono da sostegno) viene portato a braccia dai circa 1500mt. del Monte Sparviere ai 1000 mt. di Alessandria – percorso tutto in discesa ma su sentieri ardui e sterrati con vertiginosi pendii da una parte e dall’altra. Così un enorme corteo (senza distinzione di età e di sesso) porta giù il mastodontico tronco seguito da centinaia di persone,venute da ogni dove per assistere alla manifestazione,che con grande allegria,canti,suoni di fisarmoniche,chitarre ,tamburelli,organetti e zampogne accompagna quel che resta del maestoso Abete verso il paese, offrendo a tutti bicchieri di vino e fette di ottimo salame locale.
Dopo circa otto ore di duro cammino per gli impervi sentieri – costellato da numerose soste per consentire il “turn over” dei sostenitori, un po’ di ristoro con un bel bicchiere di vino genuino e un po’ di “stretching” ballando scatenate tarantelle, la “Pita” arriva in paese, ad Alessandria del Carretto – atteso da tutti i paesani e turisti che che non hanno potuto o voluto arrampicarsi sullo “Sparviere” – dove viene issato nella piazza principale per diventare l’albero della cuccagna”: vi si appendono i doni (in gran parte salami, prosciutti e formaggi) e gli arditi concorrenti devono cercare di raggiungere la cima, sebbene l’altissimo tronco sia stato reso viscido dall’abbondante spalmatura di grasso.
Di cosa si tratta?
I montanari di Alessandria ed di altri paesi limitrofi (zona Monte Pollino) tagliano l’abete più alto della foresta e dopo averlo scortecciato e imbracato con i rami (che fungono da sostegno) viene portato a braccia dai circa 1500mt. del Monte Sparviere ai 1000 mt. di Alessandria – percorso tutto in discesa ma su sentieri ardui e sterrati con vertiginosi pendii da una parte e dall’altra. Così un enorme corteo (senza distinzione di età e di sesso) porta giù il mastodontico tronco seguito da centinaia di persone,venute da ogni dove per assistere alla manifestazione,che con grande allegria,canti,suoni di fisarmoniche,chitarre ,tamburelli,organetti e zampogne accompagna quel che resta del maestoso Abete verso il paese, offrendo a tutti bicchieri di vino e fette di ottimo salame locale.
Dopo circa otto ore di duro cammino per gli impervi sentieri – costellato da numerose soste per consentire il “turn over” dei sostenitori, un po’ di ristoro con un bel bicchiere di vino genuino e un po’ di “stretching” ballando scatenate tarantelle, la “Pita” arriva in paese, ad Alessandria del Carretto – atteso da tutti i paesani e turisti che che non hanno potuto o voluto arrampicarsi sullo “Sparviere” – dove viene issato nella piazza principale per diventare l’albero della cuccagna”: vi si appendono i doni (in gran parte salami, prosciutti e formaggi) e gli arditi concorrenti devono cercare di raggiungere la cima, sebbene l’altissimo tronco sia stato reso viscido dall’abbondante spalmatura di grasso.